Sono molti gli interrogativi che vengono posti in questi giorni ed in queste ore, ma nessuno riesce a trovare le giuste risposte.
Cosa farebbe Mario Draghi alla guida del Governo?
Con le seguenti riflessioni vogliamo sottoporre al lettore e al cittadino attento degli elementi pubblici e chiari, utili alla formazione di un’idea sull’argomento.
In questi giorni abbiamo visto come la stampa sia scesa in campo per sostenere la figura di Mario Draghi usando toni propagandistici degni del miglior Istituto Luce, che tendono a esaltare la figura di un Draghi “umano” dimenticando di parlare di programmi e temi politico/economici, come possono essere quelli della "Scuola, Ambiente, Digitalizzazione"; non si parla di cosa si farà o della dottrina “Draghiana”, cose ovvie per un Governo politico quando si vuole presentare ai cittadini con un programma.
Draghi, che ha ricevuto l'incarico dal Presidente della Repubblica Mattarella sfugge a queste regole, e mentre i partiti dichiarano di attendere di leggere le sue carte, non si accorgono che le carte sono li davanti a tutti. Questa scarsa capacità di interpretare l’avversario politico, perchè Draghi in questo momento è un avversario, visto che è li per sostituirli, la dice già lunga sul come i “politici” stiano interpretando gli avvenimenti.
Entriamo nel concreto.
Mario Draghi non ha bisogno di presentazioni, è conosciuto come banchiere e uomo di punta della Troika ( è stato Presidente della BCE dopo aver lavorato alla Goldman Sachs, alla Banca d’Italia e al Ministero del Tesoro), per cui sembra scontato che farà gli interessi dell’establishment, come tra l’altro possiamo leggere nel documento che ha redatto e presentato il 14 dicembre 2020 che si chiama “Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid - DESIGNING PUBLIC POLICY INTERVENTIONS” tradotto “Rianimare e ristrutturare il settore delle aziende nel Post-Covid - PROGETTARE INTERVENTI DI POLITICA PUBBLICA” (traduzione in italiano con google translate).
E’ qui, in questo documento, che sembra essere un manifesto politico/economico, che Draghi ci parla di quello che serve, e che possiamo sintetizzare nell’unica missione del recupero del credito. Si legge che sarebbe il momento di mettere fine al sostegno dei governi alle aziende, e far divenire i debiti esigibili, prima che le aziende falliscano in massa o che diventino zombie non capaci di pagare i loro debiti. Ridurre il debito delle aziende private è essenziale, viene detto dai partecipanti del Gruppo dei 30 perchè questa grande massa di debiti potrebbe destabilizzare e colpire le banche. Inoltre si legge che bisognerà prendere la decisione di lasciar fallire alcune aziende e che il governo dovrà diminuire le garanzie fino al 100% sui soldi che ha concesso. Poi continuando nella lettura si spiega, che le aziende che possono essere colpite di più, da queste azioni che il governo deve portare avanti, sono le piccole e medie imprese, perchè hanno una capacità superiore di resistere rispetto alle grandi aziende.
Nel documento fortemente voluto da Draghi, troviamo anche un capitolo dedicato alla modifica delle leggi che riguardano il fallimento aziendale, e in relazione al tema segnaliamo che il 1° gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova definizione di default (derivante dalle norme europee) alla quale gli istituti di credito si sono dovuti adeguare. Stando a quello che si legge basteranno poche centinaia di euro non restituite alle banche per essere marchiati e messi in condizione di chiudere, in quanto nemmeno i prestiti potranno compensare i debiti, infatti è scritto : “Tra le principali novità si segnala anche come non sia più possibile compensare gli importi scaduti con le linee di credito aperte e non utilizzate (c.d. margini disponibili); a questo fine è necessario che il debitore si attivi, utilizzando il margine disponibile per far fronte al pagamento scaduto.” https://www.bancaditalia.it/media/fact/2020/definizione-default/
Insomma, a quanto pare, per le piccole e medie aziende italiane sta arrivando una nuova Pandemia, e non sarà dovuta al covid-19 questa volta ma alla neo dottrina post-covid di Mario Draghi.
Il Gruppo dei 30, che ha redatto il documento che abbiamo preso in esame, è un Think Tank delle Banche con sede a Washington, finanziato e sostenuto da tutte le più grandi banche del mondo tra cui anche la Banca d’Italia, Intesa San Paolo e la Jp Morgan, e Mario Draghi è il co-presidente https://group30.org/about/supporters
Tutti in questo periodo parlano di ambiente, tecnologia, digitalizzazione, ma attenzione alle fregature.
Il Recovery Fund che il Governo Conte è riuscito ad ottenere per l’Italia varrà 209 miliardi di euro, ha regole scritte ben precise ed una di quelle dice che il 37% dei fondi messi a disposizione deve essere utilizzato per l’ambiente. Ecco spiegato il principale motivo per il quale tutti si riempiono la bocca con questa parola "AMBIENTE". Semplicemente perchè è la parola magica che da sola vale circa 70 miliardi di euro.

Ma quale sarà l’idea dell’Ambiente di Mario Draghi?
Anche questo è scritto, o meglio è dipinto, sintetizzato in questa immagine che non ha bisogno di essere commentata, e che troviamo sul profilo twitter ufficiale del pensatoio delle banche, diretto da Mario Draghi
E’ perchè oltre all’Ambiente si parla di digitalizzazione e tecnologia come fosse una novità incredibile?
Non è forse il Governo Conte che aveva nominato anche un Ministro per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione della PA? Non è stato forse il Governo Conte a spingere per l’identità digitale, il famoso SPID che oggi è posseduto da quasi 17 milioni di cittadini?
Il motivo probabilmente risiede nei progetti necessari per richiedere i fondi del Recovery che Draghi attiverà, e che non saranno legati a logiche di necessità, ma probabilmente a logiche della finanza. Non avremo investimenti per esempio in progetti per abbassare le emissioni di CO2, ma avremo progetti per produrre la cosiddetta plastica verde, così come avremo progetti nei settori tecnologici legati ai titoli più redditizi quotati nelle più importanti borse internazionali. Dunque prima la finanza!
Quali effetti politici avrà un Governo Draghi?
Pensare di poter sostenere Draghi, avrà diversi effetti, dal punto di vista pragmatico e politico, come abbiamo visto, ma anche dal punto di vista elettorale, rischiando di consegnare di fatto il Paese alle piazze arrabbiate delle destre xenofobe, che cavalcheranno con piacere il suicidio politico messo in atto dai partiti che sosterranno questo governo. Votare Draghi significa di fatto sostenere colui che ha guidato la stagione delle privatizzazioni selvagge di buona parte dell’apparato industriale italiano da Direttore Generale del Tesoro (1991-2001) in piena consapevolezza, come avrebbe lui stesso dichiarato: “aver indebolito la capacità del Governo di perseguire alcuni obiettivi non di mercato, come la riduzione della disoccupazione e la promozione dello sviluppo regionale, per innescare l’aumento dell’integrazione europea”.
Ma non solo, votare per la nascita di un Governo Draghi significa fondamentalmente svuotarsi di ogni critica verso il neoliberismo e la UE. Fu sempre Draghi, insieme al suo collega Trichet, a scrivere la famosa “letterina di avvertimento” al governo italiano in cui si intimava di riformare la pubblica amministrazione e liberalizzare pienamente i servizi pubblici locali, di fatto aprendo la strada al fu governo tecnico guidato da Mario Monti che al confronto di Super Mario Draghi doveva esser un “moderato”.
E fu l’attuale Presidente incaricato a lanciare l’idea del “Patto fiscale” (fiscal compact così che possa esser chiaro a tutti), una versione modificata e più “dura” del Patto di stabilità e crescita, contenuto nel Trattato di Maastricht. Fiscal Compact al quale per anni si sono opposti diversi partiti che oggi siedono in Parlamento e fanno a gara a esaltare la figura di Mario Draghi con la speranza, vana, di poter contare qualcosa nel prossimo esecutivo.
Sempre opera del “padre buono” Mario Draghi se nel 2015 la BCE decise di interrompere il supporto di liquidità agli istituti bancari, chiudendo i bancomat e seminando il panico tra i cittadini in Grecia, costringendo così il governo ad accettare le durissime misure di austerità che hanno segnato il futuro di un’intera generazione di cittadini greci.
Infine se mai dovesse nascere un governo Draghi, siamo certi che non sarà il caso dell’uomo solo al comando ma avremo le Banche sole al comando, per cui tutti i partiti presenti in parlamento non potranno toccare palla, ma si renderanno inevitabilmente complici della nuova ondata, l’ondata Draghi che si abbatterà senza freni sul sistema economico e sociale italiano, e tutti a testa bassa saranno li a dire si e solo si.
di Giuseppe Rondelli e Danilo Della Valle